Le Origini degli Sfaratthons


Sul finire degli anni Settanta, una nuova generazione di ragazzi “amanti della musica” si affaccia sulla scena borrellana: Giovanni Di Nunzio, Leombruno Di Nunzio, Cecilio Luciano, Luca Luciano e Mario D'Amico danno vita ad una giovane band musicale. Equipaggiato con mezzi di fortuna (amplificatori autocostruiti, tamburi per batteria ricavati da fustini di detersivi, ed altri strumenti di seconda o terza mano…) questo gruppo di teenagers inizia le prime prove. Al gruppo si aggrega subito un loro coetaneo proveniente da Fallo, Mario Rosato.
Nascono così gli SFARATTHONS, una simpatica inglesizzazione del termine dialettale “Sfarattòne” ossia sfaccendato, scansafatiche.


Un ruolo fondamentale nello sviluppo della band lo ebbe un borrellano acquisito, persona squisita che seppe subito conquistare la stima e l'ammirazione dei ragazzi e degli altri borrellani che ebbero modo di conoscerlo.
Si tratta del compianto Nunzio Arcidiacono, marito di Marina Memmo.
Ligure d'origine e romano d'adozione fu sassofonista di un importante gruppo pop degli anni '60-‘70, The Rogers, e proprio a Borrello ebbe modo di ritrovare la carica e la passione per la musica, esortando, pungolando, guidando questi ragazzi.


Cerchiato in blu sulle copertine dei 45 giri: Nunzio Arcidiacono

E' sotto i suoi insegnamenti che pian piano vengono perfezionate le tecniche, gli stili, le sonorità. Siamo agli inizi degli anni '80 e la formazione prevede, con tutte le varianti del caso, Giovanni Di Nunzio alla chitarra, sax e voce, Cecilio Luciano alla batteria e voce, Mario Rosato alle tastiere, Bruno Di Nunzio al basso, Luca Luciano alla voce e alla chitarra. La strumentazione, come detto, è davvero basilare e mese dopo mese si cerca di adeguare i mezzi a disposizione, con l'acquisto di tastiere di seconda mano, chitarre usate ed amplificatori autocostruiti…
Il repertorio va dalle cover di brani progressive, a cui era (ed è) particolarmente affezionato Cecilio, ai classici della musica italiana ed internazionale (tra i vari titoli: Sguardo verso il cielo, Senza luce, E la luna busso', Il gatto e la volpe, Apache, Yesterday…).


Alla formazione base si unisce spesso Rosario Di Nunzio col suo mandolino (Rosario è scomparso nel settembre 2012. N.d.r.) e, in particolari occasioni, lo stesso Nunzio con sax o clarino. Intanto, proprio seguendo le mode del momento, anche i nostri si cimentano nella realizzazione di un “concept-album” dal titolo “La Bestia Umana”; la tematica trattata è quella ambientalista e viene analizzato e criticato il rapporto Uomo-Natura.
Le musiche sono dei componenti del gruppo, i testi di un altro giovane borrellano, Argentino D'Auro.
Durante gli anni '80 la formazione si esibisce in diverse performance, e si arricchisce del sublime suono del violino di Giovanni Ingrassia, uno straordinario musicista siciliano, diplomato in violino al Conservatorio, che da tempo lavora presso la stazione di Fallo-Civitaluparella. Egli ritrova la gioia per la musica in questa nuova e purtroppo breve esperienza (muore infatti prematuramente nel 1986).



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