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Recensione di ODI ET AMO su AREAROCK

20/11/2023 - Già dall’apertura il sound che si presenta è quello di un progressive, datato si, ma sempre ricco di enfasi ed atmosfera come quello che proponevano band del periodo ’70, PFM per citarne una; tuttavia la mano degli Sfaratthons si sente tutta…eccome! E se il successivo La Donna Amata è fedele alle progressioni tastieristiche, al minuto 1.23 del pezzo sembra di sentire l’avvio di “Generale” sempre della PFM con il Franz Di Cioccio del periodo migliore. Ciò non toglie però agli Sfarrathons la propria interessante vena compositiva che non lascia dubbi sulle matrici ispiratorie di questa band. Maddalena, il pezzo successivo, è già un elogio della figura femminile che a noi ha fatto pensare, nell’insieme sonoro, alla figura lignea di Maddalena Penitente eseguita per il Battistero del Duomo di Firenze da Donatello e, per capire quelle che sono le sensazioni e gli stimoli per descrivere questo pezzo è sufficiente che ve ne andiate su wikipedia per capire di cosa stiamo parlando. Con Zarina poi e Ti dono una canzone il crescendo progressivo ma ben calibrato si fa avanti ancor di più portando il tutto su equilibri pentagrammatici ben misurati ma delicatamente legati alle melodie del sinfonismo. E se Closing Session è inizialmente un richiamo a certe sperimentazioni pinkfloidiane, almeno così potrebbe sembrare, in realtà poi è proprio tutto il brano che si rende sperimentalmente interessante. Non è da meno Saffo che ricorda un po’ alcuni momenti del Dracula della Premiata ditta Di Cioccio (!), ma c’è da dire che l’atmosfera creata e proposta è davvero interessante per la leggerezza dei momenti spezzati solo dagli stacchi di chitarra elettrica. Il disco degli Sfarrathons, semplicemente Odi Et Amo, è un lavoro che non lascia spazio ad interpretazioni diverse: qui siamo in presenza di un rock che strizza l’occhio un po’ al progressive, e un po' al sinfonismo di casa nostra con il risultato di un buon disco che si presenta con una variegata presenza di paesaggi sonori che guardano al prog passato, quello melodico e meno melodico, ma ha dalla sua una raffinata estetica sonora che se non altro che colpire chi ascolta. Ma colpiscono anche le ispirazioni che la band ha avuto guardando alle contraddizioni della vita riuscendo a mettere su pentagramma il dolore, la gioia, l’amore e l’odio, quello che troppo spesso ormai si vede in giro. AreaRock



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